Per carità, niente di grave, ma spesso ci viene richiesto il team building coi bonghi e ogni volta scorre un brivido nella schiena di noi percussionisti.
Ovviamente hai la mia massima comprensione, è normale non conoscere le percussioni etniche per chi non è addetto ai lavori o appassionato e, plausibilmente, potrebbe essere una delle ultime cose che t’interessa sapere.
Infatti non sto scrivendo questo articolo per farti una ramanzina, non devi conoscere il nome dello strumento nella foto per tua curiosità interiore, lo devi sapere per noi percussionisti! 😅
Ti chiedi il perché? E’ per un’antica maledizione: “ogni qualvolta il djembé viene chiamato bongo, un percussionista muore in qualche parte del mondo.” 😂
A parte gli scherzi, hai ormai dedotto che lo strumento nella foto è il DJEMBE’.
E’ uno strumento musicale a percussione che proviene dall’Africa Occidentale ed è composto da un calice in legno ricoperto da pelle di capra e da un sistema di tiraggio della pelle stessa formato da corde e da cerchi metallici.
Viene suonato a mani piene e ha tre colpi principali, lo slap (suono alto), il tone (suono medio) ed il bass (suono basso).
Ecco un esempio in questo video che ha anche lo scopo di farti assaggiare il folklore della musica africana.
Il bongó (con l’accento sulla ‘o’), definito al plurale bongós (da oggi in poi guai a chi dice ‘bonghi’), è uno strumento a percussione costituito da una pelle di capra a una sola membrana (posta nella parte alta) e di un risuonatore di legno con due suoni di diversa altezza: medio e acuto.

Si percuote con una o più dita a seconda dell’intensità desiderata ed è usato principalmente nella musica latina e caraibica.
Ecco un esempio nel seguente video.
Che dire, adesso che conosci la differenza tra il djembé e il bongó sei sicuramente una persona migliore e, allo stesso tempo, hai salvato la vita ad un percussionista! 😅
Sei pronto allora per un’attività di team building coi djembé? O coi bongós se preferisci, visto che ormai sai distinguerli.